Ab ovo

Ab ovo
olio su tela
50×50 cm
Anno 2011

La morte è il semplice ritorno allo stato di incoscienza in cui il tempo svanisce, in cui c’è solo la notte delle cose presenti senza alcun perché. La fine è già contenuta nel principio? Sì, tutto quello che nell’alba indifferenziata dell’uovo si mescolava ed esisteva come potenzialità si è dispiegato lungo l’intera esistenza e dietro rimangono le tracce e la cenere argentea, che il vento amerà disperdere e confondere – ma chi poteva immaginare che quella fragile forma, quel puro involucro, portasse in sé il germe di tanto dispendio, di tanta irragionevole e sguaiata presenza, di tanto errare e chi sospettava che lì si nascondesse già il fetore di zolfo del cadavere? Lì, nello zampillo puro della fonte, nel getto bianco, incontenibile e violento, di fianco a quel pesce cieco che per osmosi dalla madre assume pensieri e sogni e miti, che posa la guancia sul cuscino della placenta per immaginare mondi senza gravità, prima di uscire dal guscio, lì il piede di dio ama sciacquarsi via lo sporco della cattiva coscienza, imbrattare le acque della nascita per il piacere di feticisti del sacro e minacciare la purezza con l’ombra della sua trascendenza.

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