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la sedia sulla quale mi sembra di stare più comoda è proprio questa…
anche ora ci sto seduta sopra, e appoggio i piedi sull'asticella in legno resistente!
(il mio letto preferito è il parquet;-)
buona domenica Daniele
Ciao Carla e grazie per il tuo commento qui! 🙂 La sedia richiama l'assente, è un'attesa di qualcuno e insieme rende presente la sua assenza. Ecco perché fa “accomodare” l'assenza, gli crea lo spazio necessario, spazio immaginativo per eccellenza. Il desiderio e l'immaginazione hanno bisogno dello spazio d'assenza per librarsi, hanno bisogno di qualche cosa che inneschi il loro moltiplicare i fantasmi.
Buona domenica a te
Un abbraccio
ciao, quest'opera per me , per la mia sensibilità, è molto intensa. io ci vedo tutte le mie perplessita, i miei silenzi e le mie riflessioni. molto bella daniel, ciao!
Grazie Joshua, sono sempre molto felice quando una mia opera riesce a significare molto anche per chi la guarda, quando riesce a con-sonare con un'altra sensibilità creativa come la tua. Lo sguardo attento degli altri arricchisce anche me e l'opera è il medium per questo processo fondamentale per me.
Grazie ancora e buona serata!
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