Nigredo da “Il Cantico di Hermes”. Grazie a Sonia Caporossi per la pubblicazione su Poesia Ultracontemporanea
Nessuna corrente magnetica tira i miei pensieri che ristagnano come
acquitrino
e riluce il giorno in paesi che ignoro, mentre qui la notte si è fatta
perenne,
senza magnificenza di aurore boreali…
non penso e dunque non sono
nei recessi del mio corpo fermentano sordi i cattivi istinti:
hanno fessure e
antri ciechi e pioggia all’eccesso per lussureggiare come piante
in foreste tropicali
un’insana atmosfera come un ronzio cupo tutto ghermisce,
ricamando trapunte di febbre
il nero corteggia il verde turgido della vegetazione cieca,
divenendone linfa
colonne verghe di una cattedrale limacciosa
guardano in su
senza speranza di veder luce, tanto è fitta la cupola,
e creano l’abside vulva, dove il seme sparso abbondante
germina lo spazio per l’assunzione pluviale
attraverso l’abbassamento infinito…
e radici s’infittiscono e annegano nella terra ogni segno
chiaro e distinto,
marce radici – ebbre d’acqua,
soffocanti ramificate ripetizioni di ripetizioni…
e germogli immemori proliferano
sulla…
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