In occasione dell’eclissi di sole avvenuta oggi ripropongo una mia opera del 2011 (quadro su tela e scritto che lo accompagna) che è a tema.
Nella solitudine del pozzo popolata dalle sue visioni era un feto nell’utero. A lungo aveva atteso il momento in cui si sarebbero uniti nell’eclissi il sole alla luna ed ora assisteva incredulo al miracolo di poter contemplare nel nero della pupilla del cielo: pura luce che lo rendeva cieco. Rimase lì un’eternità, perdendosi nel vortice di fuoco dell’amore universale, sentì lacrime di gioia rigargli il viso: rinasceva finalmente, e ritrovava una moltitudine ad attenderlo, anime affini, fratelli e sorelle. Il suo pianto era un vagito, nelle viscere della terra e nel buio di una notte in pieno giorno si sentiva come nel grembo della madre, era investito dal mistero celeste più alto che splende come un sole nero.