Bianco tenebra

Bianco tenebra
olio su tela
40×50 cm

Un gioco innocente diventa una corsa inesorabile verso l’abisso, come l’avanzare di un temporale in una soleggiata giornata estiva. Preferiva ignorare i motivi che lo avevano spinto fin lì, al margine della foresta. L’angoscia rivelava la metamorfosi vicina: un abbraccio ancestrale, di cui non conosceva né principio né fine, che lo avrebbe trascinato verso il basso. La corruzione come fine dell’innocenza è l’unico desiderio che è insieme maledetto e necessario. Scosso dai brividi, per un momento volle tornare indietro, tornare a casa, tra i guanciali di sogni, fermare il tempo all’istante in cui aveva visto il viso di sua madre sorridergli radioso – ma i graffi sulla pelle, ma il freddo, ma quella lacerazione, lo riportavano in quel regno stregato e malvagio, lo spingevano a procedere, desiderando perfino i vantaggi di essere un insetto che suscita ribrezzo. E la luna gli accarezzava il viso, mentre il nero ordito del suo destino, come la tela invisibile di un ragno, lo imprigionava per sempre.

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