Cappuccetto Rosso

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“Cappuccetto Rosso”
50×50 cm
olio su tela

Che ogni verità debba passare necessariamente per la menzogna, ce lo insegna ogni favola che si perde nell’origine dei tempi. Nel bosco di simulacri ci viene rivelato che il travestimento è il modo alto e sacro di presentarsi del sapere, che la luce è attratta dal moltiplice della tenebra dove ama infrangersi. Il ristabilirsi dell’ordine ci fa presto dimenticare come un incubo il fatto che l’abisso della corruzione dell’innocenza è perturbante ed ineffabile. Non serve a nulla trovare false consolazioni, un lieto fine, rintanarsi nel comodo salotto di casa del villaggio al di là del bosco, quando in preda all’angoscia e all’orrore si è intravisto il fondo di ogni cosa durante il viaggio.  

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2 risposte a “Cappuccetto Rosso”

  1. Avatar nevedicarne

    palese errore umano è il lieto fine. non il fine ma il “lieto”. l' ossessivo aggettivare per schermare, tentare un parolame di riconciliazione.
    l' innocenza è fraintesa. lo sguardo puro devastato da paure inculcate a forza di specchi.
    il nostro deteriorare è un fiume di bellezza.

    ti seguirò anche qui, se mi permetti.
    un saluto a te.
    paola

    ps: ho usato l' user di blogspot ma il mio sito è su wordpress come sai.

    grazie.

  2. Avatar Daniele Baron

    grazie a te paola è proprio così: “il nostro deteriorare è un fiume di bellezza” un formula esatta per dire la riconciliazione con il flusso che occorre cercare per non ingannarsi: la nostra debolezza è anche la nostra grandezza. Il villaggio è l'ordine e l'identità, il bosco il moltiplicarsi dei simulacri e delle maschere, dei travestimenti, l'alterazione che spaventa chi abita nel villaggio. Non dobbiamo allora avere paura del lupo, del travestimento in cui la verità si presenta, perché non se ne può fare a meno.

    Grazie perché hai sentito in profondità ed è un onore grande per me sapere che tu segui il mio blog. 🙂

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