Nel Labirinto

Nel Labirinto
mista su tela
50×70 cm

Nelle geometrie di perdizione del labirinto l’angoscia e la sospensione donano un’ebbrezza rara che i più consigliano di fuggire. Non sappiamo cosa ci conduca a vagare nel labirinto: forse il fatto che lì il raggio di luce, chiuso nella notte, penetri con la forza e l’accecante oscenità del fallo in erezione. Il buio gode nell’essere violato e nel mostrare nella penombra le sue parti più basse e nascoste, nel farne dono come del suo più prezioso gioiello, come l’unica via, per quanto maledetta, verso il cielo e l’assoluto. Anche l’orrore, anche le più arcaiche pulsioni, hanno uno splendore inconfessabile che ci mette in contatto con il fondo di tutte le cose. Ci inginocchiamo davanti all’assoluto: non possiamo far altro che gemere e pregare – non possiamo spiegarcelo, siamo presi, rapiti, in un fuoco che illumina e insieme rende ciechi. Dobbiamo disperare di conoscere alla luce del sole una verità che ama gli anfratti, che ama la trasgressione alle regole della normale sintassi, l’abbondono al delirio, alla frenesia inspiegabile e incontrollata del gioco delle parole e delle idee, del tutto simile al rincorrersi pazzo ed infantile degli amanti.

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