Salmodia

Altra poesia di qualche anno fa intitolata “Salmodia”.



Ripiegato sul mistero

sussultavo ad ogni cenno

e polverose dita

ghermivano fiori sciupati;

petali di poesie

su corrotte attese

inebriavano come vino d’infanzia.

S’addensava quel forte

racchiuso tepore,

rannicchiato tra il corpo e l’ala

come un pulcino.

Oscuro germe d’innocenza

ancora resisteva con trafelato respiro

sul grembo materno.

Rabbrividendo

sillabavo preghiere

a memoria apprese,

orfano tra sguardi obliqui.

Bacio di luce sulle palpebre,

quel raggio sognante

s’accese in promesse velate;

tra quei muri odorosi risuonavano

cantilene, vagiti e risa,

e il sentore aspro dell’estate …

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