L’azzurro del cielo

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Mia poesia adolescenziale scritta di getto anni fa dopo la lettura del racconto “L’azzurro del cielo” di Georges Bataille.

Non ha un grande valore letterario, ne sono consapevole, ma significa molto per me: è la testimonianza della nascita di una passione. Posso infatti fare risalire a quel periodo la mia scoperta di Bataille.

Sto lavorando adesso a una monografia su di lui e quindi rileggendo tutto per la prima volta in maniera sistematica (le sue opere e la letteratura secondaria, principalmente francese e italiana). “Ritrovare” questa poesia è ai miei occhi molto significativo: la pubblicazione di un’ opera su Bataille sarebbe il perfetto coronamento di un’ attenzione durata decenni.

febbraio 1999

a Georges Bataille
Accarezzo la terra
in una promessa solare;
forte e turgido, ali spiegate,
bevo il tuo alito di luce;
quali abissi nasconde il sorriso complice?
Dov’è l’inganno? Dove il male?
Ah, mia unica forza

è quel effimero bagliore che le mie dita

stringono.

S’alza, sublime e brutale,
la melodia del naufragio
– orrido baratro dove sognai
la pura pelle,
dove piansi più volte
vomitando incenso…
Ah melodia, melodia vaga!
sacrificio di una necessaria rinascita,
in selvaggio presagio mutata,
esigi piena e cieca fiducia;
ed allora colpevole,
sommerso dal mutamento,
tra le nubi, oh sì, tra le nubi,
ti verrò a cercare.

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