Siamo stanchi del brodo di noia in cui per lo più si consuma la nostra vita. Ma per ora l’ armonia è salva, anche se tutto può andare in frantumi da un momento all’altro. Per ora possiamo affacciarci sull’abisso e conservare tuttavia le apparenze. Un equilibrio instabile di forma che anela all’ informe. Un blu del cielo che vuole sciacquarsi nel sangue degli innocenti sacrificati in suo onore. Come un sorriso che in penombra sembra dolce, ma che, illuminato meglio, è un ghigno beffardo, diretta traduzione della presa in giro universale. Come una posa che da lontano sembra naturale mentre da vicino è convulsione trattenuta e articolazioni piegate in modo doloroso e vicine a spezzarsi. Sì, l’attesa ci consuma e ci indebolisce. Presto sarà l’ora del definitivo abbandono al delirio. Unica consolazione è non essere soli.